• San Nicola : è il centro storico, religioso ed amministrativo dell'arcipelago. Per le numerose tracce di un antico e glorioso passato, essa è considerata un museo a cielo aperto.
  • San Domino : unica spiaggia sabbiosa in buona parte ricoperta da boschi di Pino d'Aleppo che, in molti punti, giungono fino alle rocce, che vanno a strapiombo sul mare. Per la fertilità e spontaneità di fiori d'ogni colore, era detta "Orto di paradiso" dai monaci benedettini. Da non perdere lo scoglio dell'Elefante , per la forma che assume, ed i Pagliai, monoliti a forma di piramide somiglianti a veri pagliai. Lungo la costa si possono visitare in barca altre grotte: in particolare quella del Sale (dove veniva nascosto il sale di contrabbando) e delle Viole , che, nelle prime ore del mattino, presenta riflessi violacei; la grotta delle Rondinelle e del Bue Marino , profonda circa 70 mt, dove un tempo si segnalava la presenza della foca monaca con la sovrastante alta falesia denominata Ripa dei Falconi , presso cui nidificano il Falco della Regina, il Falco Pellegrino e le Diomedee . Questi ultimi uccelli, secondo la leggenda, rappresenterebbero l'incarnazione dei guerrieri di Diomede qui sepolto al ritorno della guerra di Troia. Nelle notti buie è possibile ascoltare il loro canto che, simile a grida e lamenti, è ritenuto il pianto dei guerrieri per il loro eroe perduto. A San Domino si trovano le spiagge di Cala delle Arene , degli Inglesi , di Cala Matano e la spiaggia sotto i Pagliai, a cui si arriva soltanto via mare.
  • Cretaccio : è un ammasso roccioso di colore giallo per la sua natura argillosa che va scomparendo per le corrosioni incessanti degli agenti atmosferici e marini. Allo scoglio è legata una leggenda che vuole che su di esso si aggiri di notte, soprattutto in concomitanza di bufere, un uomo che, urlando, regge tra le mani la sua testa. Sarebbe il fantasma di un detenuto evaso dalla colonia penale presente un tempo nell'arcipelago, che una volta ricatturato, fu decapitato proprio su quest'isolotto.
  • Capraia : è disabitata e deve il suo nome alle piante di cappero o, più probabilmente, alla presenza di capre selvatiche. Alla punta del faro ha un architiello grandioso d'architettonica naturale.
  • La Vecchia : una credenza popolare vuole che, prima di ogni temporale, compaia il fantasma di una vecchia (da cui il nome dello scoglio) intenta a filare. Sarebbe lo spirito di una strega che, in epoca remota, fu proprietaria dello scoglio.
  • Chiesa di S. Maria al Mare : fu consacrata nel 1045 dal vescovo di Dragonara, con l'annessa abbazia. La chiesa, nella facciata principale, presenta un portale rinascimentale i cui rilievi sono opera di scultori dalmati; lateralmente vi è un portale di forma ogivale. All'interno ci sono i resti di un pavimento musivo romanico (sec. XI-XII); sull'altare maggiore da ammirare un polittico ligneo intagliato e dorato, opera goticizzante della metà del 1400 di particolare pregio; notevole anche il Crocifisso su tavola del XII secolo. Dietro la chiesa, si trovano i resti dei chiostri gotico e rinascimentale. Nel XVIII secolo l'abbazia fu soppressa e divenne una colonia penale per prigionieri politici.
  • Resti di villaggi del Neolitico antico : presenti a S. Domino. Uno è caratterizzato da ceramiche impresse, incise e levigate ed un altro da ceramiche a bande punteggiate, bande rosse marginate e da ceramiche graffite. Entro i livelli del Neolitico medio furono scavate fosse sepolcrali contenenti corredi databili al Neolitico superiore (primi secoli del III millennio a.C.). Al largo della costa occidentale (Punta del Vapore) e meridionale (Punta del Diavolo) di S. Domino sono stati individuati ben 3 relitti navali antichi e medioevali .
  • Testimonianze archeologiche a S. Nicola : l'isola conserva fori di palificazione di una capanna dell'Età del Ferro, fosse sepolcrali attribuibili all'età classica ed ellenistica ed i resti di due domus romanae.

Testi: Stefania Maffeo